EMYLIU’ SPATARO su WIKIPEDIA

Emyliù, nome d’arte di Emilio Spataro, artista eclettico la cui vasta produzione abbraccia un’ampia gamma di forme artistiche, incluse le arti visive, la scrittura, il canto, la fotografia, il teatro e il video-teatro. Cresciuto a Cirò Marina, Emyliù ha coltivato il suo talento fin da giovane, esplorando con passione e dedizione una varietà di discipline.
La sua formazione giovanile si è arricchita grazie all’incontro con il celebre maestro Vittorio Gassman, che lo ha introdotto attraverso un provino/spettacolo nella sua pièce “Fa male il Teatro” al Quirino di Roma. Successivamente, ha avuto esperienze cinematografiche, partecipando a film importanti, come “La pelle” di Liliana Cavani, con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale, e “Nostalghia” del grande cineasta russo Tarkovskij, con Erland Josephson.
Emyliù collabora con diversi artisti, sia in contesti tradizionali che digitali, come il regista e attore Giuseppe Rossi Borghesano presso il Teatro del Prado di Roma, dove partecipa come attore a diversi spettacoli del regista, tra cui “L’Angelo Azzurro” da Eirich Mann, mettendo in scena anche suoi spettacoli: “In labirinto” e “Tomato – Tragedia elettrodomestica per casalinga inquieta”, già rappresentati in modo sperimentale come “Teatro in Casa”, fenomeno tra gli anni 80 e 90, di cui si può dire essere stato uno degli artisti protagonisti a Roma.
Collabora anche con le registe Camilla Migliori e Stefania Porrino al Convento Occupato, come interprete in una suggestiva messa in scena del “Candido di Voltaire”, e al Teatro Tordinona, in una corale commedia shakespeariana, “Arden of Feversham”.
Le sue collaborazioni riprendono, dopo una lunga pausa, con la scrittrice e sceneggiatrice Ersilia Cacace. Insieme realizzano diverse opere che ottengono riconoscimenti, tra cui “Disamore”, un cortometraggio premiato al Festival “A Corto di Idee” di Ravello, dedicato al maestro Mario Monicelli, e “Argentina – Mi Buenos Aires Querido” una piece teatrale di cui è co-regista e voce protagonista, premiata durante la rassegna “Interno Argentino con Tango” al Teatro Antigone di Roma.
Le collaborazioni continuano con la giornalista e autrice Stefania Catallo, con cui instaura un solido sodalizio artistico come performer teatrale presso il Centro Antiviolenza “Marie Anne Erize”, da lei fondato. In questo contesto, partecipa a numerosi spettacoli dell’autrice, interpretando principalmente ruoli di donne maltrattate o maltrattanti e curando la realizzazione di video teatrali.
Tra questi si ricordano “Sulla Pelle delle Donne”, dove interpreta una toccante figura di donna transessuale, rappresentato presso la Biblioteca Comunale di Alatri; “La Regina”, un cortometraggio sulla controversa figura di una donna boss della malavita, proiettato nella Galleria d’Arte di Tina Loiodice a Trastevere; “La Crisalide e il Femminicida”, portato in scena nella Sala Consiliare di Labico; e “Na gita fori porta”, in cui veste i panni di un’ebrea romana deportata dai nazisti durante il regime fascista, rappresentato a Palazzo Engerfield all’interno dell’Università Upter di Roma. Successivamente, collabora anche come redattore e opinionista per il magazine “The Women’s Sentinel”, diretto dalla stessa Catallo.
Grazie alla talentuosa musicista russa Svetlana Chmykhalova, Emyliù riesce a realizzare il sogno di dare una veste musicale alle sue canzoni, inizialmente create solo vocalmente con i suoi testi o quelli di altre collaboratrici. Non avendo conoscenze musicali né suonando alcuno strumento, le sue composizioni hanno trovato piena realizzazione grazie all’incontro fortuito, avvenuto online, con questa straordinaria artista.
Da questa fruttuosa collaborazione sono nate melodie arricchite da testi da cantastorie intimista, tra cui “Io sto con me”, una ballata che celebra l’amore per se stessi come traguardo consapevole, raggiunto dopo aver vissuto esperienze di amore eccessivo e autolesivo. Tra le altre canzoni del suo album “Canto con l’anima (perché con qualcos’altro devo pur cantare)” spicca la poliedrica “Cherchez l’Identité”, che affronta il tema della tanto discussa e temuta – forse persino inventata per contrastarla – “teoria del gender”.
In seguito alla recente scomparsa del maestro Tata Barbalato, con cui Emyliù aveva instaurato una collaborazione culminata nel video monologo “Anime in tempesta”, diretto dall’artista online, intende proseguire il suo impegno nella creazione di piccole opere di video teatro, traendo ispirazione dai preziosi insegnamenti ricevuti dal maestro.
Un fatto curioso: Emyliù è stato menzionato su Wikipedia per una sua originale interpretazione casalinga della celebre pièce teatrale di Jean Cocteau, “La voce umana”. Ha infatti realizzato un video autodiretto e interpretato nella sua abitazione romana.
“Su YouTube è nota la trasposizione video-teatrale, “modernista” e transgender dell’opera, di Emyliù Spataro intitolata Intima Vox del 2009[2].”
^ Emyliù sul Tubo, Intima Vox, su YouTube, 28 marzo 2011. URL consultato il 6 maggio 2020.
TIK TOK Emyliù Video Satira & Cotillons































